Come PAS abbiamo più bisogno degli altri di trovare uno scopo in quello che facciamo.
Dobbiamo sentire che il nostro lavoro, il nostro agire, il nostro “occuparci” hanno un significato per qualcuno o per qualcosa.
Difficilmente quello che ci muove profondamente è il denaro, il benessere materiale o lo status sociale. Non perché queste cose non possano essere importanti ma, detto in poche parole, non ci rendono felici e appagate…non ci bastano.
Dobbiamo quindi trovare il nostro personale, unico “scopo che di solito ha a che fare con la nostra natura di PAS.
Parte del mio scopo, ad esempio, è aiutare altre PAS a trovare il loro scopo.
Spesso sentiamo che questo “significato” ci manca ma non sappiamo dove e come andare a cercarlo.
La prima cosa è ovviamente partire da noi. Ed essere PAS in questo ci aiuta perché la nostra capacità di elaborare più profondamente le informazioni e di sentire più profondamente ci spinge ad andare al nocciolo delle questioni togliendo tutte le infrastrutture. A patto che utilizziamo l’autoempatia, ossia riusciamo a connetterci con i nostri bisogni e desideri senza giudicarci.
E riconoscendoci il fatto che il nostro tratto contiene dei doni, anche se per tanto tempo non ci siamo ritenuti nulla di speciale.
L’alta sensibilità non è una patologia ma un tratto diffuso in più del 20% della popolazione, che ha delle caratteristiche specifiche connesse al fatto che il nostro cervello elabora in modo differente da quello della maggior parte delle persone.
Una volta che abbiamo chiara questa cosa, ci sono tre passaggi fondamentali:
prendere consapevolezza di cosa significa essere PAS e imparare a gestire il tratto;
capire che possiamo avere un ruolo significativo proprio per la nostra caratteristica di diversità e chiederci: per quale scopo voglio mettere a servizio questa capacità?;
una volta individuata la nostra area di interesse, cominciare ad esplorarla e a capire che contributo possiamo portare in quell’ambito.
Questo passaggio può cambiare radicalmente la nostra visione e il nostro modo di sentire, facendoci passare dal nasconderci al mostrarci, dal farci sentire degli impostori al sentirci al nostro posto.
Per trovare il nostro scopo dobbiamo arrivare ad essere estremamente oneste su quello a cui teniamo veramente. Anche se questo capita tardi nella vita, quando già abbiamo intrapreso percorsi che appaiono difficilmente reversibili. Ma questo non vuol dire che dobbiamo restare prigioniere di scelte che non ci corrispondono.
Una delle caratteristiche delle PAS è che sono spesso multipotenziali, ossia possono essere brave in tante cose e stare bene in tante vite. Dobbiamo avere fiducia in queste capacità e nella nostra creatività nell’aprire nuove strade.
Molto spesso ci sottovalutiamo: “Si è vero, so fare questo, ma non è niente di speciale” …ma non è vero…speciale lo è eccome! Non saremo facilmente condottieri, re o guerrieri, ma possiamo essere strateghi, consiglieri, curatori, poeti.
E se ci fate caso, le cose a cui siamo più interessate sono quelle in cui è coinvolta la nostra sensibilità, e viceversa. Nei compiti e nelle attività dove ci viene in qualche modo richiesto di non essere sensibili ci sentiamo perse.
La verità dello scoprire cosa veramente ci importa, ci costringe a buttare giù la maschera, a non fingere più di interessarci di quello a cui “dovremmo interessarci” o a quello che interessa ai più e questa verità diventa forza, affermazione, scelta.
Pensiamo che tutti possano fare quello che possiamo fare noi o abbiano il nostro intuito, la nostra profondità, la nostra empatia. Ma non è così.
Non dobbiamo tanto quindi sforzarci di capire come adattarci al mondo ma, fiduciose che la natura ci abbia fatto come siamo per un motivo, riconoscere le nostre qualità e capire che contributo possono dare al mondo.
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