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Il tempo altamente sensibile

Aggiornamento: 27 mag


una clessidra

In greco antico ci sono almeno due parole che indicano il concetto di tempo: Kronos e Kairos. Kronos è il tempo sequenziale, quantitativo, quello che vediamo scorrere sugli orologi. Kairos è invece un tempo qualitativo, che è definito come: “un momento in cui ci sono le condizioni per il compimento di un'azione cruciale: il momento opportuno e decisivo” (dizionario Merriam-Webster). Wikipedia lo spiega anche come "un tempo nel mezzo", un periodo di tempo indeterminato nel quale qualcosa di speciale accade.


È un concetto che non trova corrispondenza in un termine dell’italiano corrente ma che fa riflettere sulla qualità del proprio tempo. Non perché dopo non ce ne sarà più, ma perché è nel tempo che spendiamo oggi che dobbiamo trovare il senso, la bellezza, l’emozione. La sensazione di essere nel flusso.

È il tempo del: “E’ il momento giusto, fallo adesso”. Fosse anche sostituire gli asciugamani del bagno, o stappare quella bottiglia di vino anche se non è Natale.


Cogliere il tempo giusto può essere un problema per le persone altamente sensibili. Il tempo giusto per esprimersi, per fare delle scelte, soprattutto per mettere sé stessi al centro della storia.

Quando leggi un libro o guardi un film che ti appassiona, quello che ti tiene inchiodato è il susseguirsi degli accadimenti e delle emozioni. Anche se ti hanno spoilerato il finale, il film lo guardi lo stesso. Perché il bello sta nel come. Lei alla fine si salva, ma come arriva a questo finale? Che cosa impara nel corso della sua storia? Come si trasforma? La sua sofferenza ha avuto un senso?


Fai della tua vita una storia che ti piace. E attenzione, non ti sto invitando ad essere sempre felice, a pensare positivo o a svuotare la cantina delle bottiglie di Amarone che ti ha regalato tuo cugino.

Ti sto invitando a vivere ogni giorno in un modo che ti piace. Che quando vai a letto la sera e ripensi alla giornata trascorsa ti piaccia chi sei stato in quella giornata, come hai affrontato le situazioni, anche quelle non piacevoli, come hai reagito, cosa hai imparato, insomma, che cosa ha dato un senso al tuo essere qui.


Ci sono periodi nella vita di chiunque in cui si ha la sensazione di vivere in apnea, trascinati a sera dagli eventi, dalla routine, dalle necessità legate al lavoro, alla famiglia, a situazioni che ci troviamo a vivere. Ma a volte l’apnea diventa una scusa per restare sott’acqua e non fare emergere quella parte di noi che ci farebbe veramente respirare.


Cosa c’entra questo con l’Alta Sensibilità?


Per la mia esperienza c’entra perché:

  • Le persone altamente sensibili (PAS) fanno più fatica a trovare il tempo per fare quello che a loro piace perché hanno un forte senso del dovere: dover fare le cose in un certo modo, dover compiacere gli altri, dover ottenere quei risultati, doversi comportare in quella maniera, etc…

  • Per le PAS è fondamentale dare un senso all’impiego del proprio tempo, in particolare nel lavoro, altrimenti non si sentono appagate.

  • Per le PAS è importante seguire i propri ritmi mentre i ritmi veloci imposti da Kronos possono risultare soverchianti.

  • Le PAS tendono a nascondere il proprio tratto che spesso viene etichettato come fragilità o debolezza, ma solo prendendone consapevolezza possono valorizzarlo, viverlo in modo pieno e sentirsi realizzate. E per farlo hanno bisogno di tempo di approfondimento, connessione, lentezza, creatività.


Quanto kairos c’è nella tua giornata?

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