Un tocco è un pugno,
un suono è frastuono,
un malanno è una tragedia,
una gioia è estasi,
un amico è un amore,
un amante è un dio
e il fallimento è la morte.
(Pearl S. Buck – traduzione mia)
Essere altamente sensibili vuol dire vivere con tutti i propri sensi costantemente in allerta ed avere un mondo interiore estremamente vivido in cui tutte le emozioni sono amplificate, in cui i confini tra noi e l’altro sono molto sottili ed è alto il rischio di essere feriti.
Spesso crediamo che le persone sensibili siano anche fragili. Gli studi dimostrano invece che le persone altamente sensibili sono molto resilienti, perché sono abituate a convivere con emozioni difficili.
La verità e che le Persone Altamente Sensibili (PAS) sono come tutti gli altri, solo che sperimentano il mondo in modo più intenso. Ovviamente la personalità di ciascuno è unica e complessa e non determinata solamente dall’alta sensibilità, ma nelle persone che condividono questo tratto si ritrovano degli aspetti comuni, come l’urgenza di creare connessioni e significato in tutto ciò che si fa o il desiderio di salvare chi soffre perché se ne sente intensamente il dolore.
Attraverso quale lente scegli di guardare?
Da quando ho preso consapevolezza di essere una persona altamente sensibile, ho smesso di lottare contro quello che per anni faticavo a sopportare di me perché mi rendeva le cose difficili e mi faceva sentire diversa dagli altri. Ma in realtà non sono cambiata. Sono sempre io, sento sempre tutto di più, ma ho cambiato prospettiva e riesco ad apprezzare anche le cose positive di questo tratto .
Queste sono alcune qualità che accomunano le PAS:
Sono intuitive e perspicaci.
Sono empatiche e sanno come far sentire le persone a proprio agio e al sicuro.
Sono ottime ascoltatrici.
Adottano facilmente diverse prospettive e punti di vista e per questo sono abili a risolvere problemi
Sono creative e generatrici di idee.
Sono coscienziose e attente.
Notano più dettagli e quindi capiscono meglio le situazioni e le persone.
Sentono di più le emozioni suscitate dalla bellezza, dall’amore, dalla natura, dall’arte.
Hanno la capacità di prevedere in anticipo conseguenze ed esiti delle situazioni e trovare soluzioni di successo.
Sono partner e genitori creativi, attenti e in grado di anticipare i bisogni dell’altro.
Ti riconosci in queste capacità? Spesso, per la nostra tendenza a sottovalutarci, pensiamo che siano qualità che possiedono tutti, ma non è così. Sono queste le qualità con cui possiamo dare il nostro contributo al mondo e sentirci realizzati.
Una volta che iniziamo a trasformare il modo in cui vediamo noi stessi, apriamo uno spazio per poter crescere e affinare gli strumenti per potenziare il nostro tratto.
Valorizzare le PAS
Provare a cambiare le PAS instillando il dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato in loro (“sei troppo sensibile”, “dai non c’è bisogno di aver paura”, “in ansia per cosa?” “bisogna essere forti” …), non solo è deleterio per la loro autostima ma è anche inutile.
L’Alta Sensibilità è un tratto genetico e provare ad incastrare le PAS negli schemi dominanti può risultare fallimentare e risolversi in una perdita per tutti: di intuizione, immaginazione, empatia.
Lo spiega bene Elena Herdieckerhoff nel suo Ted Talk The gentle power of highly sensitive people (disponibile in inglese).
Elena sostiene che nella società occidentale odierna è necessario cambiare la narrativa per cui sensibilità è uguale a debolezza per beneficiare dei molteplici attributi dell’Alta Sensibilità. Così facendo creeremo ambienti in cui ognuno possa sentirsi sicuro di esprimere il suo lato sensibile, non solo le PAS.
Questa creazione dovrebbe partire dalle famiglie, dalle scuole e dai luoghi di lavoro. Per primi i genitori dovrebbero smettere di voler fortificare i propri figli sensibili perché siano più rispondenti ai canoni dominanti. Gli insegnanti dovrebbero essere sensibilizzati a riconoscere e capire i bambini sensibili.
Sul lavoro, le PAS spesso rimangono indietro nelle scale gerarchiche perché sono più gentili e cooperative anziché competitive. Per questo è necessario che i datori di lavoro favoriscano contesti in cui le PAS possano esprimere le loro qualità a beneficio dell’organizzazione.
È un processo lungo e non scontato ma intanto tutti possiamo fare la differenza quantomeno astenendoci dal giudicare le differenze di sensibilità individuali e rimanendo aperti al contributo che tutti possono apportare.
Modellare non modellarsi
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo?
Possiamo cominciare a smettere di vergognarci e scusarci per quello che siamo, o ritirarci nel nostro guscio per proteggerci dai dolori del mondo. Possiamo cominciare a pensare che la nostra sensibilità può essere un dono da condividere con gli altri.
Anziché modellarci alle richieste degli altri possiamo modellare l’ambiente in cui viviamo per crearci degli spazi in cui esprimere e far fiorire la nostra sensibilità senza sentirci giudicati.
Possiamo pianificare nella settimana del tempo da dedicare a noi stessi, a fare cose che ci piacciano, che tengano vivo e acceso il nostro lato creativo.
Possiamo farlo senza senso di colpa, perché il tempo dedicato a sé stessi è un tempo necessario per ricaricarci e mantenere il nostro equilibrio emotivo. Ne parlo in questo articolo: Il tempo altamente sensibile.
Possiamo anche prendere consapevolezza che non siamo gli unici ad avere questo tratto di personalità. Frequentare altre PAS può essere molto utile, non per isolarci in una cerchia ristretta (anzi, noi dobbiamo imparare a vivere bene NEL mondo), ma per rafforzare la nostra autostima e sentirci supportati dalla forza del gruppo.
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