In una società che spesso esalta la conformità, è facile per le persone altamente sensibili (PAS) e neurodiverse sentirsi intrinsecamente imperfette.
Fin da piccole, molte di noi sviluppano un senso di inadeguatezza che nasce dalla pressione di doverci adattare a modelli rigidi, in cui non sentiamo di rientrare. Quando il nostro modo naturale di essere non viene compreso o accettato, iniziamo a pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in noi.
Quante volte hai sentito frasi come: "Perché sei così sensibile?", "Cosa c’è che non va?", "Devi farti una corazza", "Stai facendo un dramma", "Esageri", "Non serve piangere", etc.…?
Queste espressioni alimentano la credenza tossica che essere sensibili equivalga ad avere un difetto.
La società ci invia parecchie volte e in diversi contesti il messaggio che dovremmo conformarci a uno standard, che c’è un modo più giusto di essere, lasciando poco spazio alle diverse modalità con cui le persone percepiscono e interagiscono con il mondo. Questa pressione alla conformità può generare isolamento, insicurezza e un senso persistente di non essere all’altezza.
L'impatto sulla vita quotidiana
Sentirsi difettosi può avere effetti profondi in diversi ambiti della vita:
Autostima: sentirsi costantemente fuori posto mina profondamente il valore che attribuiamo a noi stessi.
Relazioni: la difficoltà nell'accettarsi può rendere complesso instaurare e mantenere relazioni sane.
Carriera: la paura di non essere "adatti" può frenare la crescita professionale e la soddisfazione lavorativa.
Salute mentale: stress cronico, ansia e depressione sono comuni in chi si sente costretto a nascondere la propria vera natura.
La necessità di accettazione
In realtà, sono proprio le nostre differenze a essere fondamentali. Portano nel mondo prospettive uniche, creatività e innovazione. La società, come la natura, prospera grazie alla diversità. Riconoscerlo è il primo passo per passare da una mentalità di conformità a una di accettazione e celebrazione delle individualità.
Abbracciare noi stessi
Per liberarci dal senso di imperfezione, dobbiamo iniziare ad abbracciare la nostra vera essenza. Questo significa:
Autoaccettazione: riconoscere e accettare la nostra sensibilità e neurodiversità come elementi di identità e di forza, non come debolezze.
Comunità: connettersi con persone che condividono esperienze simili sia individualmente che in gruppo può fornire un sostegno essenziale.
Impegno: impegnarsi per creare ambienti più inclusivi, che celebrino la diversità anziché soffocarla.
Questi sono anche tra gli obiettivi del convegno nazionale sull’Alta Sensibilità, giunto alla sua seconda edizione, che si terrà a Bologna il 19 ottobre. Puoi trovare maggiori informazioni sul sito dell’Associazione Persone Altamente Sensibili- HSP Italia.
Qui puoi trovare invece più informazioni sui percorsi di coaching che possiamo fare insieme per trasformare l’alta sensibilità in punto di forza e diventare più empowered: Percorsi di coaching.
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