Maggio per me è sempre un mese particolarmente stressante.
È il mese in cui si concentra tutto che poi si scivola verso l’estate. Quindi, galoppa al lavoro. Finisce la scuola e, per chi ha figli, vai di verifiche e ripetizioni. Ci sono anche gli eventi positivi, ora che possiamo tornare a fare un po’ di vita sociale e il tempo volge al bello. Quindi aperitivi, pizze, saggi, incontri. C’è poi il corpo che, oltre a combattere i pollini (per chi è allergico), si deve adattare anche a bruschi cambi di temperatura e a nuovi ritmi del sonno.
Insomma, ci sono un po’ di fattori potenzialmente anche molto stressanti, nel bene e nel male, soprattutto per noi PAS. Senza aggiungere quelli relativi alla vita personale e relazionale di ognuno.
È facile quindi andare in sovraccarico e, se questo stato si prolunga, cominciare a percepirne i segnali anche a livello fisico:
emicrania
tensioni muscolari
tachicardia, oppressione al petto
affanno, respiro corto
tosse nervosa
reazioni allergiche
intestino irritabile
abbassamento delle difese immunitarie con aumento del rischio di infezioni.
Per le PAS, più che per per gli altri, è opportuno intrevenire ai primi segnali di sovraccarico. Questo perché, a parità di stimoli, le PAS raggiungono più velocemente il punto di rottura, o punto di inibizione transmarginale (TMI). Questo concetto è stato introdotto da Ivan Pavlov che ha teorizzato che le persone che raggiungono più velocemente il TMI hanno un sistema nervoso di tipo diverso, più reattivo agli stimoli esterni.
Per le PAS raggiungere il punto di rottura può significare anche trasformarsi radicalmente, e molto velocemente, dalla persona empatica, gentile, rispettosa e amorevole nel suo esatto contrario con reazioni esagerate e non certo piacevoli per chi si trova ad esserci intorno.
Più riusciamo ad autoregolarci prima, più i momenti di raggiungimento del TMI si diradano. Ricordiamoci che il sovraccarico può derivare anche da attività desiderate e piacevoli come occasioni sociali, matrimoni, eventi, promozioni, viaggi, anche se magari ce ne rendiamo conto solo in un momento successivo.
Tre salvagenti che possiamo utilizzare per autoregolarci e prevenire il sovraccarico:
Organizzare
Organizzare le attività in anticipo diminuisce il carico mentale e libera spazio nella nostra mente. Nell’organizzare gli impegni facciamo in modo di:
· non prendere mai più di due impegni al giorno
· non ascoltare più di una cosa al giorno (webinar, corsi, programmi tv…)
· pianificare tempo libero e pause – sono fondamentali anche le micro-pause nella giornata lavorativa
· inserire una giornata tranquilla dopo un evento impegnativo (un esame, un colloquio, una trasferta…)
· pianificare il tempo per un’attività da fare da soli, senza nessuna aspettativa sociale (anche una passeggiata all’aria aperta di un’ora a settimana).
Scegliere
Alleniamoci a scegliere a cosa e a chi dire di sì e a cosa o chi dire no. Questo per le PAS è molto difficile perché temiamo sempre di perderci qualcosa (la famosa FOMO: Fear of Missing out) o di scontentare qualcuno.
Per questo è utile darsi una regola: per ogni cosa a cui diciamo un di sì diciamo poi un no, oppure ogni due sì diciamo un no.
Fare una cosa alla volta
Guerra al multitasking! Difficilissimo soprattutto per le donne (io ancora faccio i letti mentre mi lavo i denti). Se siete in una sala d’attesa, attendete e basta (no telefoni, libri etc…). Scrivetemi se la prossima volta che siete dal medico, o in autobus, ci riuscite. Questa è davvero difficile, considerando quanto siamo ormai abituati a riempire tutti gli spazi vuoti. C’è una paura diffusa del tempo vuoto, quasi che dentro ci perdessimo qualcosa, quando invece il vuoto può essere rigenerante, calmante e creativo.
Rallentare
Ogni volta che sentiamo troppa stanchezza o affaticamento fisico e/o emotivo, che di fronte all’ennesima cosa, magari anche piccola (come ad esempio preparare la cena, fare una telefonata) pensiamo “non ce la posso fare”, la parola chiave è “rallentare”. Rallentare serve a riprendere il controllo. Ordiniamo una cena da asporto e posticipiamo la telefonata a domani.
E il più importante…RESPIRARE.
Fermarsi anche pochi secondi, chiudere gli occhi e concentrarsi sul respiro. Inspiro, espiro e torno al centro. Mi riconnetto e riparto.
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